Nonostante sembra ormai evidente che non si concluderà entro il 18 luglio, termine formale indicato per la scadenza delle trattative, la fusione tra Microsoft e Activision Blizzard è destinata ad andare in porto. Secondo quanto riferisce Bloomberg e riporta Il Sole 24 Ore, fonti molto vicine alle due parti avrebbero infatti confermato che il confronto tra il colosso di Redmond e la società produttrice di videogiochi proseguirà fino all’accordo finale, la cui portata sarà a suo modo storica sia per la cifra da 69 miliardi di dollari, sia per le possibili conseguenze sul settore videoludico.
I loghi di Microsoft e ActivisionNURPHOTO/GETTY IMAGES - Fonte Wired
Le difficoltà emerse in seguito allo stop alla fusione imposto nello scorso aprile dalla Competition and markets authority (Cma), il dipartimento del governo del Regno Unito responsabile della concorrenza, dovrebbero essere presto superate. Un risultato che sarà possibile anche grazie al mancato blocco delle trattative da parte della Federal trade commission degli Stati Uniti e al via libera dei regolatori Ue, già incassato da tempo.
L’intesa relativa alle trattative per la fusione aveva fissato al 18 luglio la data ultima in cui entrambe le società avrebbero potuto ritirarsi dai negoziati, con la previsione di una penale da 3 miliardi di dollari da riconoscere ad Activision nel caso in cui tale scelta fosse stata presa da Microsoft. Le due parti potrebbero ora procedere sulla base dell’accordo attuale, che lascia alla società di Santa Monica la possibilità di sfilarsi in qualsiasi momento, o scegliere di modificarne i termini a ogni livello, compreso quello finanziario.
La portata dell’accordo ha come detto anche una rilevanza notevole dal punto di vista degli equilibri commerciali nel comparto dei videogame. Microsoft è infatti il produttore della console Xbox, mentre Activision è l’editrice di vari titoli, tra i quali spiccano quelli legati alla saga di Call of Duty, uno dei titoli più diffusi al mondo. Se la fusione andasse in porto, rischierebbe di togliere definitivamente il gioco dalla disponibilità degli utilizzatori di tutte le altre piattaforme. Ed è questo il principale motivo che ha sollevato negli ultimi mesi le resistenze dei regolatori mondiali.
Fonte: Wired