Dopo aver rimandato la quotazione in borsa a inizio anno, Airbnb ha annunciato di aver presentato i documenti necessari alla SEC equivalente americana della CONSOB.
La startup che in un primo momento ha dovuto tagliare il 25% dei propri dipendenti a causa della pandemia, ha colto un segnale di ripresa negli ultimi mesi decidendo di collaborare con Morgan Stanley e Goldman Sachs Group, i due intermediari bancari che non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione.
Brian Chesky CEO di Airbnb ha deciso di sbarcare a Wall Street seguendo la linea d’azione tradizionale: presentando un’Offerta Pubblica Iniziale (IPO).
A partire da maggio le richieste per affitti di brevi periodi e pernottamenti hanno raggiunto livelli mai raggiunti, parlando di oltre milione.
Cavalcando l’onda di questo clima favorevole, la startup conta di arrivare alla quotazione in borsa entro la fine del 2020.
Oltre dieci anni fa, precisamente nel 2008 l’anno della sua fondazione, Airbnb si è posta come obiettivo esattamente questa crescita esponenziale, anni di duro lavoro per consolidare la startup di maggior valore odierno.
Nel 2019 i ricavi superavano i 4,8 miliardi di dollari e secondo le stime il CEO possiede già un patrimonio di 3,1 miliardi di dollari.
Airbnb ha colto una tendenza nella sfera turistica che già andava delineandosi dieci anni fa, offrire ai propri clienti un viaggio, non un semplice soggiorno in una camera d’albergo, case ville, lussuosi loft o piccoli rifugi in montagna che possano garantire ai turisti ogni comfort libertà di movimento e totale privacy.
Il suo impegno sociale è stato ampiamente accolto, supportando di volta in volta sia cause ambientali che sociali divenendo un must tra i case study dei corsi di marketing e comunicazione.
Airbnb è un esempio di startup di successo che attraverso le best practices è riuscita ad ispirare i viaggiatori nella scelta delle migliori destinazioni con i migliori alloggi, facendoli volare con l’immaginazione fino al luogo selezionato.