Elon Musk è diventato il nuovo proprietario di Twitter, completando la clamorosa acquisizione del 100% della piattaforma di social media per 44 miliardi di dollari e ponendo fine a un processo che nelle ultime tre settimane ha oscillato continuamente tra un esito positivo e il fallimento.
"La libertà di parola è il fondamento di una democrazia funzionante, e Twitter è la piazza digitale dove vengono discusse questioni vitali per il futuro dell’umanità", ha detto Musk nel comunicato stampa con cui ha annunciato la notizia. Il presidente del consiglio indipendente di Twitter, Bret Taylor, ha descritto l’accordo come “la strada migliore” per gli azionisti della società.
Elon MuskAL DRAGO/BLOOMBERG/GETTY IMAGES Fonte: Wired
I passi precedenti
L’accordo mette fine a settimane di speculazioni circa l’interesse finanziario di Musk nei confronti di Twitter. Il 4 aprile era diventato di dominio pubblico l’acquisto da parte dell’imprenditore di una quota del 9,2% nella società, equivalente a 73,5 milioni di azioni a un costo di circa 2,4 miliardi di dollari. L’acquisto delle azioni era stato accompagnato da un’offerta di entrare nel consiglio di amministrazione da parte di Twitter, che però Musk ha deciso di rifiutare il 10 aprile.
Ben presto Musk ha fatto capire in modo inequivocabile di volere il controllo dell’intera società. Il 14 aprile ha offerto di acquistare la percentuale rimanente della società a 54,20 dollari per azione, con una valorizzazione del 38 per cento sul prezzo pagato per il suo investimento iniziale. Nella lettera di accompagnamento al presidente del consiglio di amministrazione di Twitter, Musk aveva criticato severamente la piattaforma: "Credo che [Twitter, ndr] abbia il potenziale per essere la piattaforma della libertà di espressione in tutto il mondo, e credo che la libertà di espressione sia un imperativo sociale per una democrazia funzionante – ha scritto Musk –. Ora mi rendo conto che nella sua forma attuale l’azienda non sarà in grado né di prosperare né di assolvere a questo imperativo sociale".
L’intenzione di Musk era trasformare Twitter in una società privata, rimuovendola dalla borsa, con un’offerta da 44 miliardi di dollari. All’epoca gli analisti non erano concordi sulle probabilità di successo dell’offerta di Musk, né sul fatto che rappresentasse o meno una buona offerta: nonostante si aggirasse intorno alla classica valorizzazione del 30-40 per cento rispetto al prezzo di negoziazione, l’anno scorso le azioni di Twitter hanno raggiunto un valore decisamente più alto. Il consiglio di amministrazione della società, da parte sua, aveva fatto sapere che avrebbe valutato l’offerta.
“Sta creando un po’ un precedente per gli attivisti che cercheranno di acquisire una società” spiega Timothy Galpin, docente di strategia e innovazione presso la Said Business School della University of Oxford.
Lo stesso giorno in cui ha presentato la sua offerta per rilevare la totalità di Twitter, Musk ha partecipato a una conferenza Ted a Vancouver dove ha esposto il suo progetto: "Questo non è un modo per fare soldi – ha affermato –. Il mio forte intuito mi dice che avere una piattaforma pubblica che sia estremamente affidabile e ampiamente inclusiva è una cosa di primaria importanza". Queste parole hanno suscitato dei timori in alcune persone all’interno di Twitter e in chi deteneva molte azioni della piattaforma.
Mentre le ricostruzioni indicavano che Twitter avrebbe provato a respingere Musk, l’amministratore delegato di Tesla e Space X si è messo a battibeccare su Twitter con la Kingdom Holding Company dell’Arabia Saudita, un importante azionista della società, che ha fatto sapere che avrebbe rifiutato l’offerta di Musk (l’Arabia Saudita è stata accusata dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi).
Litigare sui social media può essere visto come un comportamento irrituale quando si considera un’acquisizione di un’azienda enorme, ma Musk non è una persona convenzionale, dice Cary Cooper, un professore di economia aziendale della Manchester Business School: "Non è un imprenditore tradizionale – spiega –. È un uomo molto creativo e innovativo. È un personaggio unico che fa le cose in modo diverso rispetto a un normale imprenditore".
Il 15 aprile il consiglio di amministrazione di Twitter ha attivato uno strumento finanziario di emergenza, la cosiddetta pillola avvelenata. Conosciuta anche come shareholder rights’ plan, lo strumento invitava gli azionisti di Twitter ad aumentare i loro investimenti nella società, in modo da rendere più complicato per Musk ottenere una quota che gli garantisse il controllo della società. Qualsiasi tentativo di portare la sua quota oltre il quindici per cento avrebbe richiesto a Musk di trattare con il consiglio di amministrazione di Twitter.
L’accelerazione e la chiusura
Anche se l’attivazione della pillola avvelenata ha scongiurato una rapida acquisizione ostile, l’offerta di Musk era ancora sul tavolo. Il 21 aprile, l’imprenditore ha spiegato come avrebbe trovato i 44 miliardi di dollari in contanti necessari per la sua offerta. Morgan Stanley e altre aziende si sono offerte di sostenere l’offerta, mentre Musk avrebbe avrebbe pagato circa 21 miliardi di dollari attingendo al suo patrimonio stimato in 263 miliardi di dollari. La documentazione depositata presso la Securities and Exchange Commission (Sec, l’autorità statunitense che vigila sulla borsa) fatto capire quanto seriamente Musk fosse intenzionato ad assumere il controllo di Twitter e far diventare l’azienda privata.
La conferma dei fondi ha spinto alcuni azionisti di Twitter a chiedere all’azienda di ascoltarlo. I colloqui si sono tenuti nel fine settimana, e il 25 aprile il consiglio di amministrazione di Twitter si è riunito per raccomandare agli azionisti di concludere l’accordo. E’ stata un’inversione di rotta rapida e sorprendente: "Venerdì c’era molto scetticismo e cinismo, mentre ora sembra quasi un affare fatto", dice Vasant Dhar, un professore di sistemi informativi della NYU Stern. L’offerta di Musk sembra aver superato la prova del denaro, almeno per il consiglio di amministrazione di Twitter. "La responsabilità fiduciaria del consiglio è quella di ottenere il valore massimo per gli azionisti – spiega Galpin –. Ovviamente, ci sono domande su ciò che [Musk, ndr] farà con la società se ne assumerà il controllo. Dovrà fare di più che limitarsi ad aggiungere un pulsante di modifica".
Il futuro di Twitter
Trasformare Twitter in un’azienda privata permetterebbe a Musk di realizzare cambiamenti molto più rapidamente, senza rispondere ai mercati. "Voglio rendere Twitter migliore che mai, migliorando il prodotto con nuove funzionalità, rendendo gli algoritmi open source per aumentare la fiducia, sconfiggendo gli spam bot, e autenticando tutti gli esseri umani", ha scritto Musk nel comunicato stampa di lunedì 25 aprile.
È comunque possibile che l’acquisizione della società venga sottoposta a un controllo normativo negli Stati Uniti.
A questo punto sembra quasi inevitabile che Elon Musk assuma il controllo e la proprietà di Twitter, cambiando il volto della piattaforma. Per alcuni dei milioni di utenti di Twitter, è uno sviluppo positivo che garantisce loro più libertà di dire e fare ciò che vogliono. Per altri, è un cambiamento preoccupante con conseguenze potenzialmente spaventose. Per quanto riguarda gli azionisti della società e lo stesso Musk, invece, lo scenario sembra roseo.
"Gli azionisti la vedranno come una vittoria, mentre Musk ha avuto ciò che voleva – spiega Galpin –. Ha ottenuto il controllo dell’azienda, a un prezzo non esorbitante ma nemmeno a buon mercato. Nessuno è stato fregato, e nessuno ha perso".
Questo articolo è comparso originariamente su Wired UK.
Fonte: Wired