Sergey Brin, cofounder di Google ed ex presidente di Alphabet, ha dichiarato di essere tornato a lavorare a Google “praticamente ogni giorno” perché talmente attratto dai progetti legati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale da non voler perdere l’occasione di seguirli. A rivelarlo è stato Brin in persona, durante un’intervista rilasciata in occasione dell’All-In Summit di Los Angeles. Una dichiarazione importante, considerando che si tratta della prima comunicazione ufficiale del suo ritorno a Google - nonostante lo scorso anno qualche testata internazionale abbia anticipato la notizia -.
“È un campo grande e in rapida evoluzione”, ha detto Brin dell’intelligenza artificiale, aggiungendo che questa ha un “enorme valore per l’umanità”, ma che può rappresentare anche un pericolo da non sottovalutare, essendo incline a commettere errori. Proprio per questo, Brin crede che sia importante essere consapevoli dei limiti dell’AI e usarla in modo responsabile, facendo ad esempio attenzione ai dati utilizzati per addestrare i diversi modelli in circolazione e/o in via di sviluppo. Insomma, una serie di accortezze utili che tutte le aziende di settore dovrebbero mettere in campo, e che sembra proprio che Brin porterà con sè tornando in Google.
Google co-founder Sergey Brin gestures during a session of the World Economic Forum, on January 19, 2017 in Davos.
/ AFP / FABRICE COFFRINI (Photo credit should read FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)FABRICE COFFRINI
Fonte: Wired
Al di là di questo, quello è davvero interessante notare è che l’annuncio del ritorno dell’ex presidente di Alphabet arriva in un momento davvero particolare per Big G. Il colosso tecnologico ha investito molto nella ricerca, puntando alla creazione di un nuovo ecosistema di strumenti e servizi basati sull’intelligenza artificiale. Tra questi, il più noto è senza dubbio Gemini, il chatbot AI conversazionale dell’azienda, che negli ultimi mesi è stato perfezionato e ampliato nelle sue capacità. E po, come se non bastasse, Google ha anche aggiunto funzionalità AI in grado di migliorare i risultati di ricerca e fornire agli utenti informazioni più pertinenti. È evidente, quindi, che l’azienda stia spingendo molto nel settore. Che ci sia lo zampino di Brin?
Fonte: Wired