A pochi mesi dall’approvazione dell’AI act (il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale), alcuni senatori del Partito democratico (Pd) propongono, con un disegno di legge (ddl), l’istituzione dell’Autorità nazionale per l’intelligenza artificiale e le neurotecnologie. Si tratta di un progetto da discutere nell’ambito del confronto sull’approvazione del più ampio ddl italiano sull’intelligenza artificiale.
Una interfaccia cervello-computer Andriy Onufriyenko/Getty Images - Fonte: Wired
L’Autorità nazionale per l’intelligenza artificiale e le neurotecnologie dovrà occuparsi della corretta applicazione delle norme italiane ed europee in materia di AI e neurotecnologie, che insieme rappresentano “due dei campi di ricerca più promettenti e rivoluzionari del nostro tempo”. Di rischi e opportunità dell’intelligenza artificiale si parla quotidianamente. Meno si sa degli sviluppi delle neurotecnologie che, pur generando indubbi vantaggi nell’ambito della ricerca scientifica (ad esempio nella cura di malattie come Alzheimer ed epilessia), vanno monitorate. Stando ai promotori del Disegno di legge, infatti, l’uso delle neurotecnologie solleva “importanti preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza”: la possibilità di “leggere e interpretare i pensieri di una persona” potrebbe infatti essere utilizzata anche “per controllare o manipolare le decisioni delle persone”.
I promotori del ddl
Il disegno di legge è stato presentato a Palazzo Madama giovedì 24 ottobre dai senatori del Pd Lorenzo Basso (vicepresidente commissione Ambiente, Trasporti e Innovazione tecnologica), Antonio Nicita (vicepresidente del gruppo in Senato), Filippo Sensi (vicepresidente della commissione per la Tutela e la promozione dei Diritti umani). L’idea originaria è tuttavia da attribuire alla Rete per i Diritti umani digitali, una coalizione di organizzazioni della società civile di cui fanno parte realtà come Amnesty international, Hermes center e The good lobby. A intervenire per la Rete c’erano le dott.sse Laura Ferrari e Sara Marcucci, che spiegano lo scopo finale del progetto: “l’obiettivo dell’Autorità sarà quello di affiancare le istituzioni nell’analisi dei rischi derivanti dallo sviluppo dell’AI e delle neurotecnologie". Rischi che potrebbero essere specialmente discriminazioni, controllo e disparità.
Come sottolineato dal documento, attraverso l’AO act l’Unione europea chiede ai vari paesi di istituire delle autorità indipendenti responsabili dell’applicazione delle norme sull’intelligenza artificiale. I senatori promotori dell’iniziativa fanno leva su questo punto per spiegare che l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) e l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), gli uffici a cui l’esecutivo ha affidato il compito di vigilare sull’AI, non possono svolgere questo compito in quanto enti governativi. La nuova Autorità dovrebbe dunque agire “al di sopra” delle agenzie governative, valorizzandone il lavoro ma agendo con autonomia.
I compiti dell’Autorità
Una volta istituita, l’Autorità potrà vigilare sulla piena applicazione delle norme vigenti durante i processi di “applicazione, uso o commercializzazione di sistemi che includono l’impiego di modelli di intelligenza artificiale e le neurotecnologie”. Nel caso di mancato rispetto delle regole, l’Autorità potrà applicare delle sanzioni.
Ci sarà poi spazio per le attività ispettive volte alla “valutazione dell’impatto sociale, etico e legale degli sviluppi dell’intelligenza artificiale e delle neurotecnologie”. Sempre a tutela della collettività, l’ente dovrà monitorare la tutela della privacy dei cittadini coordinando e analizzando “la tracciabilità e la qualità dei dati pubblici raccolti ed elaborati dai sistemi di AI usati nei servizi pubblici”.
Ma l’Agenzia non avrà solo funzioni investigative: sarà anche impegnata nella promozione di iniziative di “sensibilizzazione, diffusione e promozione della formazione” sui temi dell’AI e delle neurotecnologie. Un modo di coinvolgere la cittadinanza e avvicinarla alle autorità impegnate ad affrontare la rivoluzione tecnologica.Inoltre, potrà interfacciarsi con governo e Parlamento per sollevare “possibili criticità su atti legislativi in relazione alle normative vigenti e allo sviluppo tecnologico”. Ogni anno, l’Autorità dovrà recarsi in Parlamento per riferire sull’attività svolta.
L’Autorità nazionale per l’intelligenza artificiale e le neurotecnologie dovrebbe avere sede a Genova ed essere composta da circa cinquanta membri. Come indicato dal senatore Basso, infatti, nel capoluogo ligure ci sono importanti centri di ricerca che si occupano di AI e neurotecnologie: dall’Istituto italiano di Tecnologia a varie sedi del Cnr, passando per i progetti avviati all’Università di Genova e al Policlinico San Martino.
Fonte: Wired