Klarna vuole sostituire metà dei dipendenti con l’AI

Un percorso partito a fine 2023 che potrebbe presto tradursi nel licenziamento do oltre metà dei dipendenti. Klarna, società fintech del pagamento a rate, ha annunciato lo scorso 27 agosto di aver tagliato centinaia di posti di lavoro e di essere pronta a fare lo stesso in un prossimo futuro. Come sottolinea l’agenzia Reuters, il colosso svedese del “buy now pay later” è convinto che i chatbot siano in grado di ridurre notevolmente il tempo impiegato per la risoluzione dei problemi.

Il logo di Klarna SOPA Images/Getty Images Fonte: Wired

Nel dettaglio, la società ha affermato che i propri sistemi di intelligenza artificiale sono capaci di eseguire il lavoro di 700 lavoratori in carne e ossa, riducendo il tempo medio di esecuzione di un’attività da undici a due minuti. Se in un anno si è passati da 5.000 a 3.800 dipendenti in seno alla società scandinava, la causa non è comunque attribuibile a licenziamenti.

Come ha spiegato in un’intervista l’amministratore delegato Sebastian Siemiatkowski gli addii sono stati figli di abbandoni spontanei e “non assumendo da settembre, l’azienda sta diventando sempre più piccola”. Nel periodo, il fatturato medio per dipendente è aumentato del 73%, passando da 4 a 7 milioni di corone (da 350 a 620mila euro). Un dato, quest’ultimo, che spinge l’ad a “continuare a non assumere altro che ingegneri per un periodo di tempo significativo”, con il numero del personale che potrebbe scendere in prospettiva a 2.000 unità.

A fronte dei tanti addii, chi rimarrà sarà invece valorizzato. Se i costi totali del lavoro per Klarna diminuiranno, la previsione della fintech di Stoccolma è quella di arrivare a pagare molto più i singoli dipendenti, forte anche dell’aumento del fatturato del primo semestre (+27% rispetto al 2023, per un totale di 13,3 miliardi di corone, 1,17 miliardi di euro). Numeri che portano Siemiatkowski a ritenere “ragionevole” anche un’offerta pubblica iniziale (Ipo) sicuramente negli Stati Uniti e forse anche in Europa nel 2025.


Fonte: Wired

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