Shein avrebbe utilizzato “tattiche intimidatorie di stampo mafioso” per costringere i commercianti a non lavorare con Temu, abusando inoltre del processo di notifica Digital millennium copyright act (Dmca), la legge a stelle e strisce sul copyright, per paralizzare la rivale. È questa la denuncia contenuta in un documento depositato lo scorso 13 dicembre presso il tribunale distrettuale statunitense di Columbia dalla piattaforma di ecommerce della PDD Holdings e riferita al comportamento dell’azienda di fast fashion di Nanchino.
Il logo di Temu e, sullo sfondo, quello di SheinFUTURE PUBLISHING/GETTY IMAGES - Fonte: Wired
In particolare, secondo le accuse riportate in una nota di Temu, Shein avrebbe reagito al calo delle proprie azioni registrato dopo l’ingresso nel mercato statunitense della concorrente costringendo i commercianti presenti su entrambe le piattaforme ad abbandonare la rivale. Per farlo, avrebbe confiscato i loro dispositivi elettronici, accedendo a informazioni riservate.
Non solo, però. Shein avrebbe infatti anche costretto i fornitori a firmare, spesso a loro insaputa, contratti per cederle i diritti di proprietà intellettuale. In questa maniera, sarebbe poi riuscita a inoltrare false notifiche di rimozione Dmca contro Temu, per poi avviare azioni legali per il copyright. “I sequestri di proprietà intellettuale di Shein, le false dichiarazioni relative al Dmca e le affermazioni consapevolmente inesatte all’ufficio del copyright - si legge nella denuncia - non sono aberrazioni o anomalie; sono fondamentali per il modello di business di Shein. Shein è una facciata lucida che nasconde un’organizzazione corrotta".
Già a luglio Temu aveva intentato una causa contro Shein, per contestare gli accordi di vendita in esclusiva da essa stipulati con i fornitori, ritenendoli contrastanti con le leggi federali e statali sull’antitrust e sulla concorrenza sleale. A sua volta, come riporta Il Sole 24 Ore, Shein aveva accusato Temu di violazione della proprietà intellettuale. Lo scontro non si era poi celebrato in tribunale, poiché le due società cinesi avevano scelto volontariamente di ritirare le reciproche accuse.
Adesso, però, secondo Temu il comportamento anticoncorrenziale di Shein si sarebbe intensificato. Poiché quindi “le loro azioni - afferma un portavoce - sono troppo esagerate, non abbiamo avuto altra scelta che fargli causa".
Forte: Wired