Il primo passo per risolvere un problema è accettarne l’esistenza: anche l’intelligenza artificiale di Google chiamata Bard andrà incontro a difficoltà non appena sarà diffuso al pubblico. Lo ha esplicitato in una mail inviata ai dipendenti lo stesso Sundar Pichai, l’amministratore delegato di Alphabet, mettendo le mani avanti su una serie di problematiche ampiamente previste. Era stato infatti lo stesso per ChatGPT e anche e soprattutto per la sua integrazione in Bing nelle scorse settimane. Anche Bard non sarà esente da malfunzionamenti e imprevisti, che dovranno essere prontamente risolti e sistemati nel minor tempo possibile.
Google - Fonte Wired
Come riportato da Cnbc, nella mail di Pichai si può leggere: “Anche nonostante i tanti progressi ottenuti siamo solo ai primi passi del nostro viaggio nell’intelligenza artificiale. Sempre più persone inizieranno a utilizzare Bard ed a testarne le funzionalità e si sorprenderanno. Le cose andranno male. Ma il feedback degli utenti è fondamentale per migliorare il prodotto e la tecnologia che lo governa”. Quali sono le cose che potrebbero andare male? Guardando ai precedenti delle altre intelligenze artificiali sono principalmente due le problematiche ovvero una diffusa imprecisione nei dati diffusi nelle risposte e un comportamento che potrebbe risultare anche offensivo o inquietante. Come peraltro dimenticare lo strafalcione di Bard in occasione del lancio, che ha causato una perdita miliardaria in borsa per Google.
Secondo quanto trapelato, sono stati ben 80.000 i dipendenti coinvolti nelle fasi di test interno di Bard, che ora si prepara ad aprirsi alla prova con alcuni selezionati utenti esterni anglofoni localizzati in Usa e Regno Unito che si potranno candidare tramite l’apposito sito. Lo strumento è basato sul modello di linguaggio di Google noto come LaMDA (Language Model for Dialogue Applications) e dovrebbe essere tra i protagonisti del prossimo evento Google I/O che potrebbe svelare anche il primo Pixel pieghevole.
Fonte Wired