Quanto conta per i consumatori l’approccio etico alla sostenibilità e la reputazione di un’azienda?
Secondo uno studio condotto da ConsumerLab, la maggior parte dei consumatori oggi è più attenta alla reputazione aziendale che al prezzo del prodotto.
Il risultato è che i consumatori premiano maggiormente le aziende che dimostrano di rispettare i diritti dei lavoratori e gli impegni nei confronti della sostenibilità ambientale, cercando di limitare l’impatto sull’ecosistema.
Il problema sorge quando i consumatori sono vittima dell’ottima pubblicità attraverso la quale il consumatore non viene messo al corrente del bilancio di sostenibilità, ovvero quel documento aziendale che dimostra l’effettiva certificabilità dei loro prodotti.
Dal rapporto di ConsumerLab, dopo una ricerca svolta con le associazioni di consumatori come Federconsumatori, su un campione di oltre 1500 imprese analizzate, è emerso un dato che dovrebbe preoccupare i consumatori: l’80% delle società non redige il bilancio di sostenibilità.
La mancanza di tale documento non consente la valutazione effettiva di tali aziende sulla base della sostenibilità, né tantomeno è possibile confermare il loro impegno etico presente nelle campagne pubblicitarie.
Il restante 20% invece produce documenti autoreferenziali e volutamente di difficile comprensione.
Il mercato odierno dovrebbe mettere al centro il consumatore, che invece resta ancora preda e non un collaboratore attivo.
Carlo De Masi, presidente nazionale Adiconsum dice di voler ampliare il campione ispezionato e mira ad ottenere impegni significativi dalle aziende che possano essere monitorati.
Contestualmente, le associazioni per i consumatori cambieranno il loro paradigma d’azione, intervenendo a monte e fornendo misure per l’educazione e la prevenzione, non soltanto cautelando in caso di truffe ex-post.
Il risultato del rapporto sarà l’effettiva pretesa della redazione dei bilanci di sostenibilità che possano essere chiari e comprensibili, in modo tale da consentire al consumatore di acquistare con consapevolezza.