Le regolarità statistiche sono il pane quotidiano per i modelli di intelligenza artificiale più avanzati. La nostra mente le osserva spontaneamente in tutto ciò che ci circonda, imparando a prevedere che cosa sta per accadere: il gatto sta per arrampicarsi, quei due stanno per innamorarsi, quell’altro sta per passare con il semaforo rosso: ora uno studio apparso su Nature Computational Science dimostra l’affascinante ed allarmante capacità veggente di un nuovo modello di intelligenza artificiale, che prevede la vita futura delle persone. Il primo autore dello studio è Germans Savcisens del laboratorio di Sune Lehmann del DTU Compute, Università Tecnica della Danimarca, e la ricerca è finanziata dal Villum Foundation Grant Nation-Scale Social Networks.
SALIHKILIC Fonte: Wired
Come funziona
La struttura del modello di Savcisens e colleghi poggia su tecniche di “natural language processing”: come ChatGPT prevede la parola successiva ad una sequenza di parole, life2vec (così si chiama la nuova AI) prevede l’evento successivo ad una sequenza di eventi, visto che sempre si tratta di sequenze con certe regolarità statistiche. Life2vec ha ricevuto in input dati giornalieri come attività lavorativa, settore, salario, genere, malattie, e città di sei milioni di danesi tracciati per dieci anni, risultando persino in grado di stimare l’età del decesso. La nuova AI impara simultaneamente dai dati su chi ha avuto un infarto, chi ha ricevuto un aumento di salario, e chi si è trasferito in campagna, legando quindi le scienze sociali e le scienze della salute. Certo non stupisce che un lavoro poco remunerato e una condizione di salute scarsa siano associati a tratti di salute mentale, le assicurazioni lo sanno da sempre. Sorprende invece l’elevata accuratezza di life2vec nel prevedere le traiettorie di vita di singole persone. Sorprende altrettanto che life2vec sia in grado di prevedere sfumature della personalità, nella forma di punteggi in questionari sull’autostima sociale e la vivacità.
Lo studio è eccitante perché sistematizza la ricerca dei fattori socioeconomici e di salute che anticipano gli eventi negativi, come malattie specifiche e disoccupazione, e permette di simulare se cambiando alcune variabili, come la città in cui si abita o il salario, questi eventi negativi possano essere evitati. Allo stesso tempo, è allarmante constatare la prevedibilità statistica delle nostre vite all’epoca del tracciamento puntiglioso tramite social e app.
Fonte: Wired