Dopo l’arresto del CEO Pavel Durov in Francia, Telegram ha aggiornato silenziosamente la sua policy per consentire di segnalare le chat private al suo team di moderatori. Un cambiamento alquanto importante, considerando che la piattaforma di messaggistica ha costruito la sua intera reputazione sulla supervisione minima delle interazioni tra utenti. Eppure, nella mattinata di ieri Durov ha rilasciato la sua prima dichiarazione pubblica dopo l’arresto, promettendo una maggiore moderazione dei contenuti: “Il brusco aumento del numero di utenti di Telegram a 950 milioni ha causato difficoltà di gestione che hanno reso più facile per i criminali abusare della nostra piattaforma. Per questo motivo mi sono posto l’obiettivo personale di garantire che le cose migliorino in modo significativo. Abbiamo già avviato questo processo internamente e presto condividerò con voi ulteriori dettagli sui nostri progressi”.
Telegram logo displayed on a phone screen and binary code displayed on a laptop screen are seen in this illustrationphoto taken in Sulkowice, Poland on August 27, 2021. (Photo Illustration by Jakub Porzycki/NurPhoto via Getty Images)NurPhoto/Getty Images - Fonte Wired
Detto fatto! Già a partire dalla serata di ieri, le prime modifiche annunciate da Durov erano visibili sulla piattaforma. Alcune sezioni della pagina FAQ di Telegram, infatti, sono state aggiornate per aggiungere i nuovi dettagli della politica di moderazione: “Tutte le app di Telegram hanno il pulsante ’Segnala’ che ti permette di segnalare contenuti illegali ai nostri moderatori - in pochi tocchi”, si legge nella pagina. Ma non è tutto. Secondo quanto riportato da TechCrunch, la piattaforma ha anche fornito agli utenti un indirizzo email a cui possono rivolgersi per richiedere l’attenzione dei moderatori su alcuni contenuti specifici - chiaramente includendo nel messaggio i link di riferimento.
Se le promesse di Durov sono reali, queste sono solo le prime modifiche della piattaforma alla sua policy di moderazione. Presto ne arriveranno delle altre, è certo. E se vi state domandando come mai Telegram abbia deciso di snaturare la sua indole libera e permissiva, la risposta è semplice: le accuse preliminari, secondo cui l’app di messaggistica viene utilizzata per la distribuzione di materiale pedopornografico e per il traffico di droga, sono pesanti. E Durov vuole correre ai ripari prima che questa situazione diventi più grave di quanto non è già.
Fonte: Wired